In queste poche righe si tratterà il tema della libertà di scelta detto anche libero arbitrio.
Il termine libertà, relativamente alla sua ampiezza di significato, va necessariamente contestualizzato e circoscritto per evitare l’errore di slittare nell’indefinibile semantico. Pertanto, traccerò i contorni del concetto di libertà facendo ad esso riferimento come stato in essere, ovvero libertà di…espressione, movimento, scelta.
Lo stato di libera scelta rappresenta il grado massimo di espressione della libertà umana. Ciò che vorrei portare in evidenza è che nonostante l’accezione positiva del termine, nel concetto stesso si cela una trappola logica con risvolti esistenziali; spiegherò quale, ma sarà necessario lasciare temporaneamente la comfort-zone dell’usuale punto di vista.
In natura, gli animali vivono un’esistenza predeterminata biologicamente. L’istinto ne guida le azioni (nutrirsi, fuggire, attaccare) e ne regola le fasi (accoppiarsi). Potremmo quindi affermare che le loro scelte di agire in un modo o nell’altro sono già state predisposte nel “programma” della natura.
L’uomo, d’altro canto, sembrerebbe essere libero da questo “vincolo” perché può scavalcare l’istinto e scegliere o scegliere di scegliere. In realtà, i fatti non stanno in questo modo perché proprio per l’essere umano, l’atto di scelta non é un opzione ma un destino, una condanna, prendendo in prestito la definizione del filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre.
La condanna deriva dal fatto che l’uomo non puó “non poter-scegliere”, e tanto la scelta ha spessore e potenziale, tanto più egli diventa prigioniero del dovere di scelta e della responsabilità – negli effetti – che questa comporta.
In altri termini, per l’uomo non vi è una vera ed assoluta libertà di scelta ma sole “possibilità” di scelta anche se innumerevoli. Se si astenesse dalla scelta, egli scivolerebbe nel “nulla”, poiché l’uomo esiste solo nel momento in cui sceglie. Scopriamo così che la libertà ha un valore finito che corrisponde all’impossibilita della non-scelta.
Tenuto conto di questa nuova prospettiva e spingendomi oltre con l’analisi, arrivo a definire la libertà di scelta come un paradosso in cui se si é liberi di scegliere si é contemporaneamente prigionieri del dovere della scelta stessa. Ecco la trappola!
Alla luce di quanto esposto, considero la scelta un atto di grande responsabilità sul quale si deve concentrare la massima attenzione nell’istante in cui si pone in essere.
Premesso di non aver voluto privare nessuno dell’ingenua inconsapevolezza, concludo sottolineando la fondamentale importanza delle scelte che operiamo, perché il prodotto e le conseguenze di queste determinano in gran parte ciò che chiamiamo destino, e perchè di fronte ad una scelta non vi è possibilità di astensione.