FOMO: la dipendenza da social network

fomo dipendenza da social network

FOMO: Fear of missing out

Trovate difficile stare lontano dai social?
Osservare la vita degli altri attraverso i social ha mai condizionato la vostra?
Controllate l’attività social svariate volte in pochi minuti?
Potreste essere vittime della FOMO, Fobia dell’esclusione da contesti, detta anche paura dell’occasione persa.

Un caso tipico
Immaginiamo che abbiate deciso di passare un sabato sera a casa, in tutta tranquillità. Ordinate una pizza e, nell’attesa della consegna, vi accomodate sul divano con lo smartphone in mano per un rapido scrolling sui post più recenti. Mentre osservate le storie dei vostri amici, iniziate ad avvertire la sensazione di non essere nel posto giusto. Vi sorge il dubbio che avreste potuto spendere meglio il sabato sera. Pochi minuti affacciati a questa finestra virtuale e uscendo dal social vi accorgete che è cambiato qualcosa. Avete cambiato idea, punto di vista. Non riuscite più a cogliere la ragione che vi aveva spinto a decidere di rimanere a casa. Arriva la pizza, ma probabilmente avrete cambiato idea anche su quella. 
Cosa è successo? Cosa ha mandato in frantumi quella che all’inizio sembrava un’ottima idea? Avete sperimentato uno degli effetti della FOMO!

Cosa è la FOMO
La FOMO è una nuova forma di dipendenza da Internet: una dipendenza da  social-network. Quando si è vittime della FOMO, la vita e le scelte degli altri, osservate attraverso la lente dei social, appaiono più interessanti e stimolanti della propria. E più ci si collega più si alimenta inconsciamente questo processo di comparazione e confronto tecno-sociale dal quale si esce quasi sempre sconfitti. L’angoscia che lascia questo parallelo impari stimola:

  • il bisogno di allinearsi ad un elevato ritmo di pubblicazione e partecipazione;
  • il controllo ossessivo e compulsivo degli aggiornamenti degli eventi social. 

Di fronte all’impossibilità di collegarsi, o alla necessità di scollegarsi sorgono invece:

  • angoscia e ansia per il presunto evento mancato e per la potenziale occasione persa;
  • senso di esclusione ed alienazione da un “qualcosa” che nei fatti non esiste ma nella mente si e si percepisce come realistica possibilità.

Questa attività di controllo dell’attività social può assorbire ed occupare molte delle risorse quotidiane, tanto da essere rilevabile, osservando la vittima della FOMO, come parziale o totale mancanza di attenzione e partecipazione al contesto fisico circostante. Sarà capitato sicuramente di scorgere negli occhi del vostro interlocutore un certo imbarazzo nel cercare di ricostruire il filo di un discorso per lo più inascoltato! Ciò accade perché chi è affetto dalla FOMO non è mai del tutto “presente”. Gli occhi illuminati dallo schermo touch quasi non si muovono perché a fuoco sui caratteri di testo e sulle immagini, come in uno stato di trance ipnotica. La compagnia o la conversazione del momento non sono importanti, o meglio, non importanti quanto l’oggetto di interesse virtuale su cui hanno canalizzato l’attenzione. Pensiamo a chi messaggia in auto, in metro, chi carica post al ristorante, in palestra magari circondato da persone. Fisicamente si trova in compagnia ma la sua attenzione e interesse puntano altrove. E’ una condizione paradossale, a pensarci bene,  in cui si è tutti insieme-soli!

Quali sono i rischi dell’abuso di social-network?
L’abuso del mezzo digitale nella comunicazione, oltre a generare o nascondere un’anomalia nel normale e tradizionale processo di scambio comunicativo, altera drasticamente le modalità ed i registri di pensiero e attenzione, nonché i processi di rappresentazione cognitiva del mondo interno ed esterno (io-altri), dando luogo a modelli relazionali, proiezioni mentali e comportamenti sociali disfunzionali.

Quali sono i sintomi della FOMO?
Non sempre è facile individuare gli elementi patologici di una condotta  che, molte volte, in quanto comune, frequente e sovrapponibile al comportamento normale, potrebbe non destare sospetto o preoccupazione. Pertanto, a scopo di esemplificazione  elencherò una serie di comportamenti tipici della vittima della Fomo.

  • Predilige l’uso dei social per comunicare con persone che potrebbe facilmente vedere o sentire dal vivo;
  • quando non è collegata o non può controllare l’attività social, avverte irritabilità, ansia o umore depresso.
  • non riesce a passare ore a smartphone spento o senza controllare e/o rispondere alle notifiche;  
  • pubblica più foto e contenuti al giorno anche quando molto impegnata; 
  • le persone attorno si lamentano per la quantità di tempo che trascorre sui social; 
  • è poco produttiva;
  • in stato di noia si collega ai social senza valutare altre risorse;
  • manifesta disagio o aggressività se viene distolta dall’attività social; 
  • perde ore di sonno per rimanere collegata; 
  • si promette più volte di disconnettersi senza riuscirvi con facilità;

 Per concludere, appurato che la normalità di un comportamento di utilizzo di un qualsiasi mezzo sta nella giusta misura e non nella scelta dicotomica rispondente al principio del “tutto o nulla”, in presenza di requisiti come quelli sopra elencati, il suggerimento è quello di rivolgersi ad un esperto, che possa misurare e valutare il reale livello di dipendenza o influenza da social, e, se ritenuto opportuno, procedere ad un intervento psicoterapeutico Digital Detox oriented che consiste nel recupero delle abitudini analogiche di comunicazione ed interazione e successivamente nel ripristino del giusto equilibrio di utilizzo della tecnologia.  

Ghosting: quando il partner scompare

Siete mai stati vittime di Ghosting? 

Il termine ghosting (Freedman e colleghi, 2018) si riferisce all’atto di porre fine ad una relazione affettiva “scomparendo” dalla vita del partner, ignorandone telefonate, messaggi e contatti social. 

Scomparire dalla vita di qualcuno, tagliando le comunicazioni con esso, appare oggi molto semplice se pensiamo che molte relazioni prendono vita proprio su piattaforme social (facebook, instagram…) e siti specifici per incontri (Badoo, meetic, tinder…).
Perciò, come è facile e poco impegnativo conoscere una persona ed entrare nella sua vita è anche facile e poco impegnativo scomparirvi!

Perché allontanarsi in questo modo? Il profilo di chi preferisce scomparire.

Alla base di questo comportamento vi è una concomitanza di fattori che imporrebbero un’analisi multi prospettica. Tuttavia, tentando di generalizzare si può affermare che alla genesi del “ghosting” vi sia:

  • una credenza del destino che de-responsabilizza l’attore e rende la sua scelta esente da sensi di colpa;
  • la presenza nell’attore di ghosting di una bassa percezione del vincolo monogamico relazionale-affettivo che in condizioni normali attiva e nutre l’impegno di rendere conto all’altro;
  • abuso di comunicazione mediante nuove tecnologie.

Come evitare di diventare vittime di Ghosting?

Escludendo i primi due punti elencati poco sopra che definiscono un partner “naturalmente” incline all’abbandono irresponsabile, l’unico indice di rischio controllabile è quello che fa riferimento all’utilizzo di internet nella relazione affettiva.
Premesso che l’utilizzo smodato di internet per conoscere e comunicare è oggi alla base di molte disfunzioni relazionali e causa di separazioni, il consiglio è quello di evitare o limitare nel possibile contatti digitali e virtuali (messaggi testuali, vocali, storie social,ecc.) sia in fase di conoscenza che di progressione della relazione.

Libertà di scelta

In queste poche righe si tratterà il tema della libertà di scelta detto anche libero arbitrio. 

 Il termine libertà, relativamente alla sua ampiezza di significato, va necessariamente contestualizzato e circoscritto per evitare l’errore di slittare nell’indefinibile semantico. Pertanto, traccerò i contorni del concetto di libertà facendo ad esso riferimento come stato in essere, ovvero libertà di…espressione, movimento, scelta.

Lo stato di libera scelta rappresenta il grado massimo di espressione della libertà umana. Ciò che vorrei portare in evidenza è che nonostante l’accezione positiva del termine, nel concetto stesso si cela una trappola logica con risvolti esistenziali; spiegherò quale, ma sarà necessario lasciare temporaneamente la comfort-zone dell’usuale punto di vista. 

In natura, gli animali vivono un’esistenza predeterminata biologicamente. L’istinto ne guida le azioni (nutrirsi, fuggire, attaccare) e ne regola le fasi (accoppiarsi). Potremmo quindi affermare che le loro scelte di agire in un modo o nell’altro sono già state predisposte nel “programma” della natura.

L’uomo, d’altro canto, sembrerebbe essere libero da questo “vincolo” perché può scavalcare l’istinto e scegliere o scegliere di scegliere. In realtà, i fatti non stanno in questo modo perché proprio per l’essere umano, l’atto di scelta non é un opzione ma un destino, una condanna, prendendo in prestito la definizione del filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre.

La condanna deriva dal fatto che l’uomo non puó “non poter-scegliere”, e tanto la scelta ha spessore e potenziale, tanto più egli diventa prigioniero del dovere di scelta e della responsabilità – negli effetti – che questa comporta. 

In altri termini, per l’uomo non vi è una vera ed assoluta libertà di scelta ma sole “possibilità” di scelta anche se innumerevoli. Se si astenesse dalla scelta, egli scivolerebbe nel “nulla”, poiché l’uomo esiste solo nel momento in cui sceglie. Scopriamo così che la libertà ha un valore finito che corrisponde all’impossibilita della non-scelta. 

Tenuto conto di questa nuova prospettiva e spingendomi oltre con l’analisi, arrivo a definire la libertà di scelta come un paradosso in cui se si é liberi di scegliere si é contemporaneamente prigionieri del dovere della scelta stessa. Ecco la trappola!

Alla luce di quanto esposto, considero la scelta un atto di grande responsabilità sul quale si deve concentrare la massima attenzione nell’istante in cui si pone in essere. 

Premesso di non aver voluto privare nessuno dell’ingenua inconsapevolezza, concludo sottolineando la fondamentale importanza delle scelte che operiamo, perché il prodotto e  le conseguenze di queste determinano in gran parte ciò che chiamiamo destino, e perchè di fronte ad una scelta non vi è possibilità di astensione.