Le fobie non sono innate né inconsce: genesi di una fobia

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM IV-TR) definisce la fobia specifica come una paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (volare, nuotare, altezze, animali, uscire di casa…) la cui esposizione genera una immediata risposta ansiosa che può prendere anche la forma di attacco di panico. Tali situazioni vengono solitamente evitate o sopportate con intensa ansia e disagio.

E’ opinione comune – ma non fondata – che le fobie siano innate o inconsce. Ciò può pesare come una condanna per la quale non c’è assoluzione.

L’oggetto del presente approfondimento ha come scopo dimostrare che le fobie non sono né innate né inconsce ma si strutturano con la seguente modalità: una combinazione di eventi ordinari emotivamente “neutri” con un insieme di sensazioni negative, resa patologica da ridondanze comportamentali disfunzionali (F. Pomarico 2013).

Disturbo di panico: non conviviamo, risolviamo!

Mi trovo a scrivere ispirato da un colloquio avuto con una persona che si è rivolta a me per un problema serio, comune a molti: quello meglio conosciuto come disturbo da attacchi di panico. Di panico ne abbiamo già parlato in questo spazio web. Ora sarebbe meglio parlare di soluzioni, specificando dal mio punto di vista e coerentemente con il modello di intervento da me adottato che la soluzione del problema esiste ed è da considerarsi completa, ovvero, corrispondente clinicamente alla totale assenza di sintomi.